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Galgo spagnolo: Origine


Il Galgo Spagnolo è una razza antica che fa parte della famiglia dei cani da caccia a vista (sighthouds). Malgrado sia chiamato il “greyhound spagnolo”, il galgo non è strettamente imparentato col greyhound inglese, perché le linee di sangue sono diverse.

I levrieri sono un gruppo antichissimo. Li troviamo nei dipinti dell’Antico Egitto, dove erano utilizzati per la caccia e come animali da compagnia. Il mito narra che accompagnassero la dea Artemide nella caccia e venivano raffigurati sulle monete della Grecia Antica.

Alessandro il Grande era accompagnato nelle sue campagne militari da un levriero di nome Peritas e quando il suo amato cane morì, il re gli tributò grandi onori.

La parola “galgo” potrebbe derivare da “Gallo”. L’antica tribù celtica, verso il 500 a.C., scese fino alla penisola iberica portandosi dietro i suoi cani da caccia.

Altra teoria, è che il termine galgo derivi invece dal latino “cane galicus” ovvero cane della Galizia, a indicare come il galgo fosse invece una razza indigena spagnola. Fra il IX e il XV secolo d.C., Arabi e Barberi provenienti dall’Africa attraversarono il Mediterraneo e sbarcarono nella penisola iberica, accompagnati dai loro levrieri, i saluki e gli sloughi, e dai loro falconi.

Il saluki è un levriero molto leggero e dall’ossatura fine, lo sloughi è più robusto. Molto probabilmente queste due razze, insieme ai cani da caccia a vista celtici, formarono le basi del galgo spagnolo moderno.

Nel Medioevo la caccia con i galgo era prerogativa dell’aristocrazia. Il galgo era tenuto in grande considerazione e per chi ne rubava uno, la pena era la morte. Come è possibile che un animale tanto nobile si sia nei secoli trasformato in un mero oggetto di cui disfarsi quando non serve più?

Con lo sviluppo dell’agricoltura e i grandi disboscamenti, le foreste lasciarono spazio ai campi e grandi praterie. Le lepri e altra selvaggina non più minacciate dai predatori, si riprodussero in grande numero. Quando i nobili iniziarono a impiegare alcuni contadini per prendersi cura dei cani, inevitabilmente, malgrado i rischi di essere puniti con la morte, i contadini iniziarono a “far sparire” qualche esemplare. Il cibo era scarso e con i galgo, rubati ai nobili e poi fatti riprodurre, anche il popolo poteva cacciare le lepri per procurarsi il cibo.

Quando il cane non era più utile, i contadini non avevano i mezzi per mantenerlo e lo uccidevano. Da qui nasce la tradizione, tramandata anche nei tempi moderni di disfarsene alla fine della stagione della caccia. Nel ventesimo secolo, lo spostamento di gran parte della popolazione in città portò alla diminuzione della caccia e alla crescente popolarità, prima del coursing, e poi delle gare di velocità in cinodromo.

Di conseguenza iniziò la selezione di levrieri che unissero la resistenza e l’agilità del galgo alla potenza sullo scatto del greyhound inglese, con cui era sempre più spesso incrociato.

Negli anni ’30 il galgo spagnolo puro era arrivato sull’orlo dell’estinzione, mentre diventava sempre più popolare il galgo anglo-spagnolo, più simile al greyhound e più grande del galgo spagnolo originario.

L’ultimo cinodromo su ovale in Spagna, quello di Barcellona, è stato chiuso nel 2006, ma continuano a svolgersi gare di velocità su percorso lineare e il coursing con lepre viva, soprattutto nella zona di Medina del Campo. Nelle aree rurali della Spagna possiamo ancora trovare oggi mute di magnifici galgo con le caratteristiche originali della razza; i galgueros tuttavia non sono interessati a registrare le cucciolate.

 

Le Perreras e i Galgo

I canili municipali o perreras sono vere e proprie stazioni di morte in Spagna, perché praticano l’eutanasia di massa dei cani abbandonati, di ogni razza, che hanno la sfortuna di entrarvi.

Se il galguero vive nelle vicinanze di una perrera, può trovare comodo portarci personalmente i cani che non gli servono più, per disfarsene senza sporcarsi le mani. In perrera finiscono anche i galgo accalappiati nelle strade.

Una perrera può essere gestita da chiunque e può diventare un ottimo business perché gli amministratori ricevono dai 50 ai 150 euro per ogni cane catturato. I cani vengono nutriti lo stretto indispensabile con pane e acqua e dopo 14/21 giorni, se non sono stati adottati, vengono sottoposti a eutanasia. Alla fine della stagione di caccia in molte perreras arrivano cosi tanti cani che in una sola perrera ne vengono uccisi fino a 100 per settimana e questa terribile mattanza va avanti per un mese e più.