Il triste destino dei galgos spagnoli: i cani levrieri costretti a correre e poi uccisi
Sono i cani più torturati del mondo. Nessun’altra razza subisce da decenni vessazioni più atroci. Fin dalla nascita, obbligati a dormire in buche scavate nel terreno nutrendosi di pane e acqua. Per tutta la vita, addestrati a correre a perdifiato nei modi più duri, legati dietro ad una macchina in corsa o sui tapis rulant. Fino alla loro morte, che nella maggior parte dei casi gli è inflitta nei modi più raccapriccianti: impiccati ad alberi e cespugli isolati, affogati con una pietra al collo nei pozzi di campagna, abbandonati per strada con le zampe spezzate per impedirne il ritorno, bruciati vivi.
Sono i galgos di Spagna, della civilissima Spagna ad un passo da noi. Animali da reddito e non da affezione, sono considerati. Reddito legato alle corse (la più famosa è la Copa del Rey, è arrivata alla sua 78°edizione), reddito da caccia. Questa è la loro colpa. Così in un paese dove nelle case vivono cuccioli di qualsiasi razza, amati e vezzeggiati come principini, nelle campagne del sud - Estremadura, Andalusia, Castilla - La Mancha, Castilla - Leon, Madrid - i galgos sono disprezzati come il più infimo degli oggetti e massacrati come indesiderati non appena non servono più o appena ci si rende conto che non serviranno mai, perché inadatti alla caccia o alla corsa.
Cifre impressionanti che si mescolano all’orrore per il trattamento. Gli animali sono considerati meno di niente. Maltrattati e seviziati, quando si tratta di liberarsene, spesso per assecondare antiche credenze contadine. Oppure, semplicemente, per vendicarsi dell’incapacità dell’animale di essere utile al padrone per il motivo per cui l’ha allevato. "Malgrado anche in Spagna esistano leggi contro il maltrattamento animale non è difficile imbattersi per la strada in galgos impiccati ai rami di alberi. Secondo alcuni addirittura facendo loro sfiorare la terra con le zampe per rendere più lento l’arrivo della morte, in una lenta agonia davvero disumana e inspiegabile". La chiamano "la morte del pianista".
In Italia, grazie a varie associazioni ne sono arrivati già piu' di 8.000: tutti loro hanno felicemente trovato casa e le loro foto sul sito dell’associazione raccontano di un benessere finalmente ritrovato e di una dolcezza innata che attrae soprattutto i bambini.
"La sensibilizzazione fra i più piccoli è uno degli obiettivi delle nostre associazioni. Impossibile pensare ad un futuro diverso per questa razza senza passare per una maggiore conoscenza di questo fenomeno. Per questo consideriamo fondamentali anche i periodi di volontariato da vivere direttamente in Spagna, al rifugio". L’ultimo si è appena concluso, ma se ne programmano in continuazione. Certamente lasciano il segno in chi vive questa esperienza.
Anche per i levrieri e i greyhound d’oltremanica, infatti, la vita è molto crudele. E le corse rappresentano un destino che ne determina una sopravvivenza di stenti e di crudeltà subite, esattamente allo stesso modo dei loro fratelli spagnoli. "Si parla molto dei galgos ma non abbastanza della sorte che tocca ai cani da caccia e da corsa di Inghilterra e Irlanda i cani sono ferocemente maltrattati: i levrieri vivono in box in assoluta solitudine, mai una carezza o un contatto, presi costantemente a botte per incitarli a correre. Perennemente con la museruola, con la quale sono anche costretti a mangiare e a bere, e che gli viene tolta solo in occasione delle corse, una volta a settimana. In Irlanda anche il più piccolo centro abitato ha il suo cinodromo e le scommesse producono molto denaro".
La mattanza dei levrieri spagnoli: lapidati e impiccati se non servono più
Lapidati, impiccati, affogati, bruciati con la benzina, sepolti vivi, torturati. Ogni anno in Spagna, 50mila levrieri vengono abbandonati, uccisi e gettati nei pozzi, a conclusione di una vita fatta di maltrattamenti e botte.
Da settembre a fine gennaio, sono ‘strumenti’ utili per la caccia: con il loro fiuto fenomenale e la loro agilità catturano lepri e conigli, ma se non corrispondono agli standard e le aspettative dei proprietari hanno un destino che fa rima con morte.
E' Tempo di Adottare!
GACI - GREYHOUND ADOPT CENTER ITALY, adotta un levriero galgo: se nella tua vita esiste un piccolo spazio per far entrare la bellezza… non esitare, adotta un galgo migliorerai in modo straordinario la qualità della tua esistenza. Quindi se nei tuoi desideri rientrano i Galgos da adottare, un Galgo in adozione è la tua soluzione.
- Un Galgo adottato è una vita salvata.
- Nella maggior parte dei casi non crea problemi con il vicinato. E' un cane silenzioso, non abbaia quasi mai.
- Passeggiare con un Galgo è un esperienza piacevole, la maggior parte non tira al guinzaglio.
- Grazie al pelo corto è facile da lavare e mantenere pulito.
- Va d'accordo con i bambini e con gli anziani, grazie alla sua indole tranquilla.
- E' intelligente, si adatta ed apprende molto velocemente.
- Di solito non ha problemi a viaggiare in auto ed ha una salute di ferro.
- E' un cane a ridotta "manutenzione".
- E' affascinante ed un eccellente animale domestico.
...Perchè no???
Perché proprio i Galgos? Forse ti starai chiedendo perché abbiamo creato un sito che si occupa esclusivamente dei Galgos, della loro storia e della loro adozione..... Pensi che sia una questione elitaria dei cani? Pensi che gli altri animali non meritino l' opportunità di essere adottati e felici?
Amiamo gli animali a prescindere dalla razza, dall' età e dai colori. Noi crediamo che tutti gli esseri viventi abbiano il diritto alla vita. Se noi aiutiamo i Galgos e’ per un motivo chiaro e sconvolgente.
I Galgos vengono allevati in diverse zone della Spagna dai galgueros in maniera indiscriminata, selezionano gli esemplari più veloci dopo aver fatto una prova in campagna, quelli che non superano questo esame sono condannati.
I più fortunati saranno abbandonati a molti chilometri dal posto dove sono nati, gli altri saranno sacrificati in maniera crudele: bruciati vivi, gettati in pozzi o appesi sugli alberi nei boschi. I boschi della morte testimoni del massacro sono pieni di colgaderos, (le corde). A volte più di una in ogni albero, vengono utilizzate per questo sacrificio d’agonia di mille Galgos venuti al mondo per soffrire.
Gli assassini affermano che è una morte degna, che segue la tradizione e che loro non sparano ai Galgos perché non valgono una pallottola. I Galgos che passano l’esame vivranno comunque male, tante volte chiusi senza luce e ventilazione, procreando indiscriminatamente, cacciando per il padrone e litigando per un pezzo di pane duro. C'è un detto locale dice: "Si a un galgo sólo pan duro, si la liebre salta 20, el galgo 21”.
Dopo un po’ non serviranno piu’ poiché ci saranno dei giovani Galgos migliori a sostituirli. Finiranno la loro vita dove tanti hanno già trovato una morte terribile, dolorosa e lenta senza avere mai avuto una carezza e nessun giorno di gioia.
...Perchè no???
Li chiamano “i figli del vento”: sono i galgo
Il mondo è pieno di cani bisognosi d’aiuto, ma la cosa che colpisce di questi levrieri è che ognuno di loro è stato voluto, usato ed infine scartato. Nessuno di questi cani è frutto di un incidente, anzi. Le cucciolate vengono studiate e pianificate con grande attenzione.
I Galgo spagnoli nelle campagne iberiche e nelle zone rurali, spesso vivono in stalle sovraffollate in numero superiore a 10 soggetti. La maggior parte di loro non vede mai la luce del giorno se non in occasione delle battute di caccia. Le condizioni in cui vengono tenuti questi cani sono pessime; zero controllo sulle nascite, zero vaccinazioni.
Nelle regioni più arretrate – Estremadura, Castiglia, La Mancha – in nome delle tradizioni, alla fine della stagione di caccia, il cacciatore (galguero) deve eliminare il più perfidamente possibile il galgo che non lo ha onorato a sufficienza durante la stagione venatoria o che oramai è divenuto troppo vecchio.
I non impiccati, vengono gettati vivi nei pozzi, legati alle auto e trascinati, abbandonati nelle campagne vivi ma con le zampe appositamente rotte (o viene loro sparato nelle zampe), lapidati, legati e lasciati morire di fame, annegati, bruciati con la benzina, sepolti vivi, avvelenati, torturati con bastoni in bocca affinché non abbaino e non si lamentino attirando così l’attenzione.
File di box apparentemente ordinati e “puliti” con a volte una protezione dal freddo fatta in plastica. I box sono sovraffollati con 3-4-5 cani assieme. Le ciotole vuote.
A volte i cani non mangiano e non bevono. Molti cani sono in posizione acciambellata ormai rassegnati e consapevoli di essere prossimi alla morte, purtroppo non per eutanasia (che per tanti di loro sarebbe una liberazione), ma dopo aver sofferto per la polmonite, la fame, la sete e per altre malattie.
La legge li autorizza all’eutanasia perciò i cani vengono uccisi per fare spazio a nuovi animali introitando così altro denaro. Ogni perrera è dotata di un forno crematorio, poiché i cani da eliminare sono tantissimi.
Molte sono le associazione no profit che si occupano di trovare casa ai levrieri provenienti da Irlanda e Spagna. Per maggiori informazioni consultate il sito internet delle principali associazioni operanti in Italia:
Date le dimensioni del problema non si ha certo la possibilità di salvare tutti i cani senza futuro e si è consapevoli che il lavoro dei volontari non potrà cambiare il mondo, ma basta osservare i cani prima e dopo il viaggio verso la salvezza per avere la certezza che almeno “il loro mondo” ora è cambiato.