La malattia nel Levriero ha tipicamente un andamento cronico e generalmente subdolo: infatti alla comparsa dei sintomi i danni provocati dal parassita sono gravi ed irreversibili.
Essi possono essere rappresentati da affaticamento, tosse insistente e difficoltà respiratorie; in alcuni casi i sintomi compaiono improvvisamente in maniera grave e letale. Nel gatto invece l’andamento della malattia ha quasi sempre un esordio acuto e fatale senza alcun sintomo premonitore. Per questa malattia nel cane esistono delle terapie mediche o chirurgiche, che sono però esse stesse pericolose e che hanno una maggior efficacia solo se effettuate prima che i parassiti abbiano causato dei danni irreversibili e quindi prima della comparsa dei sintomi.
Per i gatti invece purtroppo al momento non esistono terapie efficaci. Non è difficile comprendere l’importanza preponderante della prevenzione di questa patologia sulla terapia. Fortunatamente essa è attuabile in maniera molto semplice ed in diverse maniere che soddisfano le esigenze di gestione ed economiche del proprietario. Sia per i cani che per i gatti la profilassi può essere effettuata tramite la somministrazione di compresse appetibili o fialette ad uso topico cutaneo da somministrare una volta al mese idealmente dal primo maggio al primo di gennaio dato l’effetto retroattivo dei principi attivi e la comparsa di ceppi resistenti che hanno causato un prolungamento del periodo di prevenzione da 6 a 9 mesi.
Per il Levriero esiste da qualche anno anche la possibilità di effettuare la prevenzione sotto responsabilità del veterinario con la somministrazione tramite iniezione sottocutanea di un farmaco deposito che ha la durata di 12 mesi e che può essere effettuata in concomitanza delle vaccinazioni ed in animali che abbiano raggiunto il loro peso definitivo. È inoltre molto importante prima di cominciare con la prevenzione della malattia accertarsi che l’animale non sia già infestato tramite un rapido test ematico effettuabile durante una visita. È infatti pericoloso somministrare farmaci per la profilassi in animali già portatori del parassita per la possibilità che essi uccidano i parassiti adulti che ostruiscono le terminazioni del circolo sanguigno polmonare causando degli infarti con gravissime conseguenze. Si può verificare inoltre il rischio di uno shock anafilattico in caso di morte massiva e contemporanea di un numero elevato di larve circolanti.
Il test risulta positivo se vi sono parassiti adulti in numero adeguato cioè dopo almeno sei mesi dall’infestazione ed è opportuno che sia ripetuto con cadenza almeno biennale, soprattutto se viene effettuata la prevenzione con compresse o fiale, per evidenziare eventuali infestazioni dovute a mancata assunzione regolare del farmaco durante il periodo di trasmissione della malattia.