Ciclo malattia
Si tratta di una patologia sistemica grave, che generalmente si presenta in forma cronica, caratterizzata da sintomi in vari distretti e organi, determinati dalla vasculite che si genera in seguito alla risposta immunitaria, la cosiddetta malattia da immunocomplessi, dovuta all’abnorme produzione di anticorpi (immunità umorale, immunoglobuline) scarsamente efficace nella protezione dalla malattia e scarsa immunità cellulo mediata (contrariamente a ciò che succede nell’uomo) con notevoli difficoltà di guarigione e di negativizzazione parassitologica.
Contagio e sintomatologia
La Leishmania necessita del pappatacio per passare da un ospite ad un altro. Quando il pappatacio (in particolare la femmina) succhia il sangue di un cane malato, veicola la Leishmania dentro di sé anche per 19-20 giorni prima di inocularlo in un altro cane durante un nuovo pasto di sangue. La Leishmania una volta nel circolo sanguigno del cane, raggiunge i linfonodi e da qui si diffonde nell’organismo. Il periodo di incubazione della Leishmaniosi va dai 6 ai 12 mesi anche se sono stati descritti casi in cui l’incubazione è stata anche di 4 anni; colpisce indifferentemente maschi e femmine e non ci sono predisposizioni di età o di razza. Dagli innumerevoli studi svolti è emerso che risulta più probabile il contagio in cani che vivono prevalentemente all’aperto in quanto maggiormente esposti alla puntura degli insetti. Nemmeno i cani a pelo lungo possono essere considerati al sicuro dalle punture dei pappataci in quanto essi pungono prevalentemente le zone più povere di pelo come il dorso del naso.
La leishmaniosi può determinare un numero impressionante di sintomi diversi proprio per le sue caratteristiche di malattia da immunocomplessi ma i più frequenti sono febbre, dimagrimento e atrofia muscolare, problemi renali spesso con perdita di proteine con le urine (proteinuria), dermatiti, uveiti (infiammazioni dell’occhio), artriti, anormale crescita delle unghie (onicogrifosi), depressione midollare con trombocitopenia (spesso immunomediata), sanguinamento nasale. Questi sintomi raramente si presentano singolarmente, ma sono comuni ad altre patologie infiammatorie o infettive o degenerative, di per sé difficilmente sono diagnostici anche se possono sollevare il sospetto di questa malattia.
Nella forma viscerale il quadro che si presenta al veterinario può essere vario. Nel 90% dei casi i cani malati presentano i linfonodi esplorabili aumentati di volume, duri, indolenti, così pure la milza e il fegato. Dagli esami del sangue emerge una anemia normocromica normocitica scarsamente rigenerativa dovuta a una maggior azione di “distruzione” dei globuli rossi da parte della milza, una diminuzione del numero di piastrine e una vasculite in vari organi e distretti (da cui la presenza di emorragie spontanee come l’epistassi) e un aumento delle proteine totali del sangue (quasi esclusivamente le globuline), con conseguente abbassamento del rapporto albumine/globuline. A livello dell’apparato urinario il cane colpito da Leishmaniosi presenta un quadro di insufficienza renale più o meno avanzata che si manifesta con anoressia, debolezza, vomito e aumento della sete e dell’urina prodotta. Nei casi più gravi si ha una perdita di proteine urinarie tale da causare una ipoproteinemia con conseguente accumulo di liquido nell’addome (ascite) e/o a livello delle articolazioni, come pure il distacco della retina. Per questo oltre gli esami ematologici sono fondamentali quelli delle urine. Con il progredire della malattia l’animale si presenta fortemente disidratato e dimagrito.
Diagnosi
I metodi per diagnosticarla sono:
- Citologia di linfonodi, midollo osseo e altre lesioni
- Biopsia
- PCR su sangue e midollo osseo
- Sierologia con tecnica ELISA o immunofluorescenza
Queste metodiche vengono utilizzate sia come screening che come monitoraggio della terapia, tenendo conto del fatto che una negativizzazione parassitologica è difficile se non eccezionale da ottenere. In medicina umana si tende a considerare negativo un paziente con PCR midollare negativa. In generale, si deve partire da un esame completo di emocromo, biochimico, elettroforesi ed esame delle urine con rapporto creatinina/proteine urinarie. Per proseguire con test più specifici tra cui l’immunofluorescenza (IFA), uno tra i test più usati molto utile nella discriminazione tra cane solo infetto a quello malato o con tecnica ELISA.
Se un cane risulta positivo basso (con titolo non oltre a 4 volte il limite massimo di quel laboratorio) si farà riferimento agli esami di base ed in particolar modo al profilo renale con un esame delle urine per valutare e poter delineare una prognosi il più corretta possibile per il paziente. Successivamente si possono eseguire esami che prevedano l’identificazione diretta della Leishmania, come un esame citologico prelevato da campioni a livello di linfonodi, midollo osseo, lesioni cutanee, liquido sinoviale e cefalorachidiano (in caso di sintomi neurologici).
La tecnica più sensibile è sicuramente la PCR che permette di amplificare il genoma della leishmania, l’esame può essere effettuato da sangue, cute, midollo osseo, linfonodi,.. Da sottolineare che un cane viene definito infetto se risulta positivo a test di evidenziazione diretta del parassita, ma che non presenta sintomi clinici; nel momento di comparsa di sintomi clinici o anche solo alterazioni meato-biochimiche riferibili alla leishmaniosi il soggetto può ritenersi malato.
Terapia
La terapia prevede l’utilizzo dell’antimoniato di N-metilglucamina sotto forma di iniezioni sottocutanee da effettuarsi in cicli di almeno 21. Le dosi e la frequenza degli interventi terapeutici vengono stabiliti dal veterinario in relazione ad ogni singolo caso proprio per il carattere multiforme della malattia. Durante il ciclo di cure occorre valutare l’efficacia della terapia attraverso esami di controllo che consentono di valutare se il cane necessiti di altri cicli di terapia. Il farmaco ha lo svantaggio di essere controindicato nei soggetti neuropatici e provoca dolore nel punto di inoculo.
Allopurinolo, somministrato per via orale, per almeno 12 mesi ma spesso per tutta la vita del cane permette una riduzione della perdita di proteine.
In alternativa all’antimoniato di N-metilglucamina
Miltefosina, farmaco molto più recente dei precedenti, si somministra a cicli di 28 giorni insieme al cibo e sempre associato con l’allopurinolo. Molto ben tollerato anche dai nefropatici per la scarsa eliminazione a livello renale.
Con i nuovi metodi diagnostici, è possibile nella maggioranza dei casi però fare una diagnosi certa che ci consente di intervenire tempestivamente con la terapia e garantire quindi migliori prospettive di vita per i nostri cani.
Prevenzione
Cosa posso fare per proteggere il mio cane dalla Leishmaniosi?
Proteggere i nostri amici utilizzando prodotti che respingano il flebotomo, cioè fare la guerra al vettore prima che trasmetta il parassita. E’ possibile farlo con diversi prodotti in commercio, quali fialette spot on, collari e spray, ognuno con diversi livelli di efficacia e con precise regole di applicazione per rispettare le percentuali di protezione riportate negli studi. Il collare, per esempio, mantiene la sua efficacia per 5 mesi vicino al 99% ma impiega qualche giorno a ritornare a regime dopo un lavaggio con shampoo, le fialette mostrano efficacia simile a quella del collare se applicate almeno ogni due settimane e sempre e comunque non immediatamente prima o dopo un lavaggio con shampoo; la protezione ritorna a regime più velocemente del collare ma sempre in almeno 24/48 ore.
Vaccino
Dal 2 Aprile 2012 è in commercio il primo vaccino per la prevenzione dalla Leishmaniosi. Questo vaccino non ha ancora dimostrato appieno la sua reale efficacia, per cui il sistema più semplice per proteggere i nostri amici è di utilizzare prodotti che respingano il flebotomo, cioè fare la guerra al vettore prima che trasmetta il parassita (vedesi paragrafo precedente)
E se il mio cane risulta positivo alla Leishmania?
Se accadesse che uno dei controlli sierologici per leishmaniosi risultasse positivo, non è una tragedia ma rimane una cattiva notizia.
Possono esserci due eventualità:
- un test positivo con qualunque titolo e alterazioni negli esami di routine (emocromo, biochimico, elettroforesi, esame delle urine) compatibili con Leishmania, che richiede un’attenzione particolare perché molto probabilmente si tratta di un animale malato che ha bisogno di terapie specifiche e di supporto.
- oppure potreste avere un test positivo e nessuna alterazione negli esami del sangue e nessun sintomo compatibile, per cui si considera questo paziente solo positivo e non malato.
In questi casi raramente si attuano trattamenti e ci si limita al monitoraggio periodico con gli esami sopracitati da ripetere all’inizio ogni 3-4 mesi e poi almeno due volte all’anno. A volte questa regola va valutata caso per caso se in presenza di titoli anticorpali eccessivamente alti. Sebbene gli animali positivi non malati superino di gran lunga quelli malati è chiaro come la gestione del paziente positivo alla Leishmania sia soprattutto una questione di impegno di tempo e risorse economiche se si desidera gestire al meglio i pazienti.
Quello che non deve succedere è che dopo una serie di controlli senza alterazioni si smetta di monitorare lo stato di salute del cane positivo.
Non c’è una buona ragione per farlo se non quella di risparmiare soldi che appaiono spesi inutilmente se gli esami risultano sempre negativi (paradossalmente il risultato che noi speriamo fa sembrare questa spesa, una spesa superflua…). Prima o poi la Leishmania purtroppo si farà vedere, è importante cogliere il momento senza aspettare di verificare la presenza di sintomi che spesso sono dovuti a lesioni ormai irreversibili per esempio del tessuto renale.
Per quanto riguarda gli animali malati, quindi animali che presentano un test positivo e alterazioni compatibili con leishmaniosi, la terapia è specifica e seguita da una di supporto che a volte non si interrompe mai, come mai si devono interrompere i controlli periodici con le scadenze indicate prima. Se si effettuano questi controlli e si seguono le indicazioni di eventuali terapie, con un po’ di fortuna il cane positivo potrà comunque avere una vita lunga e serena, anche se non possiamo dimenticare che dalla Leishmania non si guarisce mai e che purtroppo a volte i nostri animali soccombono al parassita nonostante tutte le cure prestate.